La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ha ripreso l’esame della revisione della legge sugli embarghi. Alla presenza del consigliere federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), ha deciso con 19 voti contro 6 di entrare in materia sul progetto, approvando quindi un cambio di paradigma nella politica svizzera in materia di sanzioni.

L’esame della revisione della legge sugli embarghi (19.085), interrotto nell’estate del 2021 perché la CPE-N voleva attendere le conclusioni formulate dal gruppo di coordinamento del Consiglio federale sulle cosiddette sanzioni «tematiche» dell’Unione europea (UE) – conclusioni che saranno consegnate l’estate prossima – è stato finalmente portato a termine. La CPE-N è entrata in materia sul progetto con 19 voti contro 6. Esso autorizza il Consiglio federale ad adottare sanzioni autonomamente e ad applicarle, oltre che agli Stati, anche a persone e imprese. La maggioranza della Commissione sostiene il progetto perché consente in particolare di mettere in atto una politica in materia di sanzioni coerente, globale e indipendente, che consente nel contempo di continuare a tutelare la neutralità. Per la minoranza, autorizzare il Consiglio federale a estendere le sanzioni applicate da terzi a nuovi attori di sua scelta renderebbe la posizione della Svizzera poco comprensibile e violerebbe il principio di neutralità.

Le discussioni si sono incentrate sulle conseguenze che la revisione può avere sul rispetto della neutralità, considerato in particolare il nuovo contesto creato dalle sanzioni applicate contro la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Ha invece trovato una maggioranza una proposta che intende permettere al Consiglio federale di emanare misure coercitive nei confronti delle persone implicate in violazioni del diritto internazionale umanitario o lesive dei diritti umani, o in ogni altra forma di atrocità: la Commissione l’ha infatti adottata con 14 voti contro 7 e 3 astensioni. Nella votazione sul complesso, la CPE-N ha approvato il progetto con 18 voti contro 6.

Dopo che la Commissione omologa del Consiglio degli Stati ha respinto, il 16 aprile 2021, l’iniziativa parlamentare (19.501) «Introduzione di un fondamento giuridico per applicare sanzioni mirate in caso di gravi violazioni dei diritti dell’uomo e di atti di corruzione da parte di personalità politiche di alto livello», presentata dal consigliere nazionale Molina, la CPE-N doveva statuire se attenersi o no alla sua decisione iniziale. La maggioranza della Commissione auspica di poter appoggiare la proposta adottata nel quadro della revisione della legge sugli embarghi, pertanto propone alla propria Camera con 13 voti contro 10 e 1 astensione di dare seguito nuovamente all’iniziativa.

 

Altri temi e decisioni

La CPE-N si è inoltre occupata a fondo della guerra in Ucraina e ha svolto una valutazione aggiornata della situazione, analizzando anche la politica in materia di sanzioni. Nell’ambito di questa discussione ha adottato con 15 voti contro 10 la mozione di commissione 22.3395 «Per una politica in materia di sanzioni coerente, globale e indipendente», che incarica il Consiglio federale di presentare al Parlamento una politica in materia di sanzioni coerente, globale e indipendente, nonché le relative misure volte a preservare gli interessi del Paese. Infine, si è informata approfonditamente sugli sforzi compiuti dall’aiuto umanitario della Svizzera.

 

La CPE-N ha esaminato l’oggetto 21.078 s «Aiuto monetario internazionale. Continuazione» e l’ha approvato all’unanimità. Nell’ambito di uno scambio con la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, la Commissione è stata aggiornata sugli sviluppi attuali dei dossier finanziari e fiscali e sul risultato dei negoziati sullo standard internazionale riguardante gli aventi economicamente diritto di persone giuridiche. A tale proposito ha deciso, con 15 voti contro 9 e 1 astensione, di depositare il postulato di commissione 22.3394 «Trasparenza dei flussi finanziari», che incarica il Consiglio federale di presentare un rapporto in cui spieghi come la Svizzera, sede di imprese multinazionali e polo mondiale per la gestione patrimoniale transfrontaliera, può aumentare la trasparenza di questi flussi finanziari. Il rapporto illustrerà anche le possibili conseguenze per la Svizzera degli sviluppi internazionali in questo settore, e come il Consiglio federale intende reagire ai cambiamenti.

La Commissione si è infine occupata del dossier riguardante la politica europea. Dopo essere stata informata sugli ultimi colloqui esplorativi fra la Svizzera e l’UE, la CPE-N ha espresso l’auspicio che tali colloqui possano essere ripresi di nuovo. Nell’ambito di questa discussione, ha approfondito il tema riguardante il nuovo approccio di negoziazione (approccio verticale) e la relativa tempistica.