La vigilanza sulle finanze della Confederazione esercitata dalle Commissioni delle finanze si estende anche all’assegnazione delle risorse federali in ambito agricolo. Anche se negli ultimi anni le spese a favore dell’agricoltura si sono stabilizzate, come in ogni ambito occorre vigilare affinché i fondi pubblici siano impiegati in modo appropriato, economico ed efficace.
Si sente talvolta affermare che il settore agricolo dipenda eccessivamente dai finanziamenti dello Stato: ciò è anche dovuto alle modalità con cui la politica agraria è strutturata e attuata nella pratica. Nell’ambito del loro seminario annuale, le Commissioni delle finanze hanno pertanto deciso di esaminare in che modo la politica agraria – ma non solo questa – può contribuire a diminuire la dipendenza degli agricoltori e rafforzare l’imprenditorialità in ambito agricolo. Al fine di trarre conclusioni che possano rivelarsi utili all’agricoltura e alla politica agraria nel suo complesso, non si è quindi cercato soltanto di migliorare aspetti esistenti e già noti, bensì di ragionare in una logica interdisciplinare, attraverso un approccio più innovativo, che tenesse conto delle strutture imprenditoriali particolarmente diversificate delle aziende agricole e considerasse le particolarità degli altri settori dell’economia.
Sono stati sentiti operatori del settore agricolo, rappresentanti dell’Ufficio federale dell’agricoltura, esponenti di servizi di consulenza agricola cantonali ed esteri e di altri settori economici e scientifici. Scopo dichiarato era dare voce ai rappresentanti del mondo agricolo e consentire loro di comunicare le loro esperienze e le loro esigenze.
L’Amministrazione federale ha in seguito illustrato le condizioni quadro che la politica agraria offre per l’imprenditorialità in ambito agricolo. Sono state tematizzate la promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazione da parte della Confederazione nell’ambito della Politica agricola 22+ e il ruolo svolto dalla Confederazione nei campi della formazione professionale e della consulenza. A tal proposito è stato sottolineato che l’imprenditorialità costituisce un aspetto importante della politica agraria, e che in futuro tale importanza non farà che aumentare.
Ci si è poi concentrati sulla pratica agricola, evidenziando soprattutto come l’imprenditorialità possa essere vissuta anche nelle aziende a conduzione famigliare che, pur praticando ancora un’agricoltura in senso tradizionale, sono disposte a sfruttare le opportunità offerte dall’innovazione. È stato inoltre rilevato che un maggior valore aggiunto nell’ambito della produzione primaria può essere conseguito soltanto attraverso l’incremento dell’efficienza e la trasformazione. Attualmente le condizioni quadro in ambito agricolo e pianificatorio offrono tuttavia un margine di manovra insufficiente all’imprenditorialità. Analogamente a quanto accade in altri settori economici, resta ancora molto da fare anche per quanto concerne il finanziamento di giovani imprese in ambito agricolo.
È stata poi esaminata la questione delle modalità con cui i Cantoni, nel quadro della formazione e della consulenza degli agricoltori, si occupano di imprenditorialità, rafforzano la competitività delle aziende agricole, identificando i problemi che sono chiamati ad affrontare, anche nel contesto dell’attuale politica agraria. A titolo comparativo è stata citata l’Irlanda e il suo modello vincente.
Infine, uno sguardo ad altri settori economici ha permesso di tracciare paragoni con l’agricoltura in termini di sostegno statale e di iniziativa privata.
A titolo di conclusione, le Commissioni delle finanze hanno constatato che, sebbene il sostegno statale nella forma di pagamenti diretti continui a rivelarsi necessario, non da ultimo al fine di indennizzare le prestazioni di interesse generale e ammortizzare i maggiori costi di produzione rispetto all’estero, l’agricoltura e la politica agraria dovrebbero rinunciare a parte del loro statuto speciale e, ad esempio nel settore formativo, avvicinarsi al resto dell’economia. Un quadro normativo più semplice favorirebbe la creazione di maggior libertà imprenditoriale.
La politica dovrà in particolare darsi da fare per promuovere l’innovazione e far sì che la ricerca sia finalizzata principalmente al sostegno degli agricoltori. Le sfide future non possono essere affrontate unicamente attraverso il versamento di pagamenti diretti, bensì promuovendo la libertà imprenditoriale e assicurandole i finanziamenti di cui necessita. Nell’ambito del dibattito concernente la politica agraria e finanziaria, in futuro occorrerà prendere maggiormente in considerazione tali criteri.
Dopo il seminario è previsto di dare alle stampe una pubblicazione su questa tematica; vi saranno incluse anche le presentazioni svolte dai partecipanti.