Nel gennaio del 2017, le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG) hanno incaricato il CPA di valutare l’utilizzo delle analisi del DNA nei procedimenti penali. Il CPA ha analizzato la prassi in materia e il suo sviluppo sia in generale, sia in base ai vari tipi di reato. Ha inoltre esaminato se le differenze cantonali nell’utilizzo delle analisi del DNA sono appropriate. Per finire, ha approfondito alcune questioni relative alla gestione della banca dati del DNA e al controllo sui laboratori di analisi del DNA, entrambi di competenza della Confederazione.
Fondandosi sui
risultati della valutazione del CPA, pubblicati anch’essi in data odierna, la CdG-S giunge alla conclusione che, nel complesso, l’utilizzo delle analisi del DNA è da ritenersi adeguato sia in generale, sia con riferimento ai singoli tipi di reato. La frequenza dell’impiego di tali analisi corrisponde ampiamente all’evoluzione della criminalità. La CdG-S rileva tuttavia che è necessario intervenire nelle differenze cantonali constatate nell’utilizzo delle analisi del DNA. La diversa frequenza con cui si ricorre a tali analisi in singoli Cantoni non si spiega con il numero dei procedimenti penali condotti, bensì sembra essere legata a una prassi di utilizzo differente da Cantone a Cantone. La CdG-S chiede perciò al Consiglio federale di esaminare in che modo è possibile conseguire una maggiore armonizzazione e se a tale scopo è necessario un adeguamento delle basi legali. Essa ritiene che al competente Ufficio federale di polizia (fedpol) dovrebbe esercitare una funzione di controllo e orientamento più incisiva.
La banca dati del DNA è gestita da un Servizio di coordinamento. Dal 2000, tale compito è svolto dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Zurigo (IML Zurigo) su mandato del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Da allora, né il DFGP né fedpol hanno verificato se l’IML Zurigo continua a essere il servizio più idoneo a gestire la banca dati del DNA. Considerato che negli ultimi anni il panorama dei laboratori è mutato radicalmente, la CdG-S invita il Consiglio federale a verificare periodicamente l’assegnazione del mandato al Servizio di coordinamento da parte del DFGP e, se del caso, a provvedere a una nuova procedura di valutazione e di aggiudicazione. La CdG-S ritiene inoltre che l’indipendenza del Servizio di coordinamento possa essere migliorata e che il Consiglio federale debba adottare provvedimenti per garantirla in ogni frangente. In merito, la CdG-S evidenzia come il suddetto Servizio, oltre alla gestione della banca dati del DNA, adempia altri compiti per fedpol, dovendo tuttavia nel contempo difendere anche gli interessi dei laboratori di analisi del DNA nei confronti di quest’ultima. Poiché il Servizio di coordinamento è strettamente connesso con il laboratorio di analisi del DNA dell’IML Zurigo, essa ritiene che l’indipendenza personale e istituzionale del primo non sia garantita a sufficienza.
In conformità con le disposizioni di legge, fedpol esercita la vigilanza sui laboratori di analisi del DNA. Tale compito è stato ampiamente delegato al Servizio di accreditamento svizzero (SAS), che è anche competente per l’accreditamento dei laboratori. Anche qui si pone la questione dell’indipendenza della vigilanza sui laboratori di analisi del DNA, poiché il SAS fornisce loro anche diverse prestazioni e con loro intrattiene dunque relazioni d’affari. Visto quanto precede, la CdG-S chiede al Consiglio federale di esaminare mediante quali provvedimenti è possibile rafforzare l’indipendenza della vigilanza sui laboratori di analisi del DNA e se il SAS è il servizio idoneo a esercitarla.
La CdG-S chiede al Consiglio federale di prendere posizione in merito al suo rapporto entro il 25 ottobre 2019.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Anne Seydoux-Christe (PPD, JU), la Commissione si è riunita a Berna il 27 agosto 2019.