Nel messaggio del 2 marzo 2018 il Consiglio federale ha proposto diverse modifiche della legge sugli stranieri (18.026). Come già nel Consiglio di Stato, anche nella Commissione del Consiglio nazionale a far discutere è stata soprattutto la problematica dei viaggi di rifugiati riconosciuti nel loro Stato d’origine o di provenienza. Con 18 voti contro 6 la Commissione sostiene l’inversione dell’onere della prova deciso dal Consiglio degli Stati.
Le autorità svizzere non dovranno più dimostrare che il rifugiato ha effettuato un viaggio non autorizzato, spetterà invece al rifugiato rendere verosimile che il viaggio nello Stato d’origine o di provenienza è avvenuto perché vi è stato costretto, altrimenti la sua qualità di rifugiato è revocata. Con 13 voti contro 11 la Commissione ha respinto la proposta di non ammettere alcuna eccezione e dunque, se un rifugiato si reca nel suo Paese d’origine, di revocargli in ogni caso la qualità di rifugiato.
Il nuovo articolo 59c introdotto dal Consiglio degli Stati, secondo il quale i rifugiati riconosciuti non possono neppure recarsi negli Stati vicini al loro Paese d’origine è stato accolto con 16 voti contro 8. È stata invece respinta con 15 voti contro 9 la proposta di inasprire questa disposizione escludendo qualsiasi eccezione.
La Commissione ha apportato ancora alcune modifiche rispetto alle decisioni del Consiglio degli Stati. Ad esempio, secondo la Commissione è incomprensibile che gli apolidi contro cui è stata pronunciata con sentenza passata in giudicato un’espulsione possano esercitare un’attività lucrativa in Svizzera. Con 14 voti contro 11 ha stralciato questo passaggio. Una proposta analoga era stata respinta nel Consiglio degli Stati in modo ancora più netto.
Nella votazione sul complesso il progetto è stato accolto con 18 voti contro 6.
Nessuna modifica della procedura del programma di legislatura
Dopo aver presentato il 24 maggio 2018 alla sua Camera un progetto per una modifica della procedura del programma di legislatura (cfr. comunicato stampa del 25 maggio 2018), la Commissione è ritornata su questa decisione e propone con 15 voti contro 9 di stralciare le iniziative parlamentari che chiedono di limitare la facoltà dell’Assemblea federale di cooperare nel programma di legislatura (16.402, 16.425). In tal modo la Commissione recepisce gli argomenti della minoranza che già in maggio si era schierata contro l’entrata in materia. Visto l’obbligo costituzionale che impone all’Assemblea federale di cooperare alle pianificazioni importanti è fuori discussione rinunciare alla possibilità di conferire al Consiglio federale mandati intesi a modificare il programma di legislatura. La riforma della procedura decisa nel 2007 ha già ridotto la mole di lavoro a un livello ragionevole; le modifiche proposte nel progetto non apporterebbero un reale valore aggiunto. L’occasione per questo riesame del progetto è stata data dal parere del Consiglio federale del 27 giugno 2018. Il Consiglio federale si è allineato a una minoranza della Commissione che chiedeva che ci si limitasse a prendere atto del programma di legislatura.
La Commissione ha inoltre proseguito la deliberazione di dettaglio concernente la legge sulla protezione dei dati (17.059); continuerà con i lavori nel quarto trimestre.
Presieduta dal consigliere nazionale Kurt Fluri (RL/SO), la Commissione si è riunita a Berna il 16 e il 17 agosto 2018.