Dopo una votazione conclusasi con 12 voti favorevoli, 12 contrari e un’astensione, la CIP-N ha adottato grazie al voto decisivo della presidente la mozione di commissione 24.4266 «Diritti politici per le persone con disabilità», dando così seguito alla petizione 23.2019 della Sessione delle persone con disabilità 2023 («Diritto di voto autonomo e senza ostacoli»). La mozione incarica il Consiglio federale di eliminare dalla Costituzione la disposizione secondo cui i diritti politici in materia federale non sono concessi alle persone «interdette per infermità o debolezza mentali» (art. 136 cpv. 1 Cost.). La maggioranza della Commissione ritiene innanzitutto problematico l’aspetto sistematico della privazione dei diritti politici per queste persone, nella misura in cui una curatela generale non significa per forza un’incapacità di farsi un’opinione e dunque di esercitare i propri diritti politici. La Commissione sottolinea che nessun’altra categoria della popolazione è soggetta a una simile restrizione o a un simile esame di «capacità» per l’esercizio dei propri diritti politici. In secondo luogo, la Commissione considera che il tenore di questa disposizione costituzionale sia superato e non corrisponda più alla concezione contemporanea, ampiamente condivisa nella nostra società, di disabilità e di malattia mentale.
Una minoranza della Commissione considera che non vi sia un bisogno di agire a livello costituzionale, nonostante il tenore di questa disposizione non sia ideale. A suo parere si tratta innanzitutto di un problema di applicazione del diritto: i Cantoni devono assicurare che la curatela generale sia pronunciata soltanto quale ultima ratio, quando non può essere adottata alcuna misura di portata minore.
Modifica della legge sul personale federale: approvazione del disegno del Consiglio federale
La Commissione ha esaminato il disegno di modifica della legge sul personale federale (LPers) presentato dal Consiglio federale (24.068). Questa modifica della LPers comprende diversi adeguamenti della legge nell’ambito della previdenza professionale, della protezione dei dati, della digitalizzazione, della protezione di chi segnala irregolarità, delle misure disciplinari e della flessibilità in materia di disdetta dei rapporti di lavoro.
Con 15 voti contro 9, la Commissione ha deciso di entrare in materia sul disegno e ha respinto una proposta di rinvio al Consiglio federale con cui si chiedeva che i rapporti di lavoro del personale federale fossero sottoposti al Codice delle obbligazioni, come per il settore privato. Durante la deliberazione di dettaglio la Commissione ha apportato solo lievi modifiche al disegno del Consiglio federale, fatta eccezione per quella con cui vuole rendere flessibile la durata del periodo di prova. Nella votazione sul complesso la Commissione ha approvato all’unanimità il testo modificato.
Legge sul servizio nazionale degli indirizzi: confermata la decisione di rinvio
Con 14 voti contro 10 e 1 astensione la Commissione ha confermato la sua decisione dello scorso gennaio di proporre il rinvio al Consiglio federale del disegno di legge sul servizio nazionale degli indirizzi (23.039), nonostante l’opposizione del Consiglio degli Stati. Se il Consiglio nazionale segue la propria Commissione, la decisione di rinvio sarà definitiva.
Statuto S: no della Commissione a una differenziazione in base alla regione d’origine
Con 12 voti contro 12 e il voto decisivo della presidente, la Commissione propone di respingere il primo punto della mozione 24.3378 (Mo. Friedli Esther. Limitare lo statuto S alle persone davvero bisognose di protezione). Con 16 voti contro 8 propone di respingere anche il secondo e il terzo punto. Il testo della mozione, accolto dal Consiglio degli Stati durante la sessione estiva, propone in particolare di differenziare l’attribuzione dello statuto S in base alla regione ucraina dalla quale provengono i richiedenti. La maggioranza della Commissione considera che l’attuazione di una simile disposizione sarebbe estremamente problematica. Una minoranza propone all’opposto di accogliere la mozione.
Con 15 voti contro 8 e 1 astensione la Commissione propone invece di accogliere la mozione 24.3022 (Mo. Würth. Per essere accettato, lo statuto di protezione S deve essere adeguato), accolta dal Consiglio degli Stati durante la sessione estiva. Questa mozione ha lo stesso tenore della mozione Paganini (24.3035) già accolta dal Consiglio nazionale. La Commissione sostiene gli obiettivi di questi interventi. A suo parere l’importante è lottare in modo efficace e proattivo contro ogni abuso dello statuto S. Una minoranza propone di respingere il testo, ritenendo che i suoi obiettivi siano o già raggiunti oppure superflui.
Patto globale ONU sulla migrazione: la Svizzera non deve accettarlo
Come il Consiglio degli Stati, la Commissione è del parere che l’Assemblea federale debba prendere atto dei principi guida e degli obiettivi del Patto globale del 19 dicembre 2018 per una migrazione sicura, ordinata e regolare, ma che la Svizzera non debba accettarlo. Con 16 voti contro 8 e 1 astensione la Commissione approva la decisione di principio e programmatica così modificata (21.018). Il Patto globale ONU sulla migrazione è un quadro d’azione giuridicamente non vincolante, la sua accettazione non fa nascere un bisogno d’intervento sul piano della politica interna e la sua firma è di competenza del Consiglio federale.
La Commissione non vede alcun valore aggiunto nel firmare il Patto. Gli ultimi sei anni hanno dimostrato che la politica svizzera in materia di migrazione non è stata negativamente influenzata dalla mancata firma. Una minoranza è del parere che l’Assemblea federale debba esprimersi anche contro i principi guida e gli obiettivi del Patto, mentre un’altra minoranza condivide l’opinione del Consiglio federale secondo cui la Svizzera debba firmare il Patto, soprattutto quale segnale di politica estera.
Violazione del segreto delle sedute di commissione
La Commissione ha deciso all’unanimità di sporgere una denuncia penale per violazione del segreto di commissione, a seguito della recente pubblicazione sulla stampa di diversi estratti dei verbali della Commissione e di una lettera rivolta a un capodipartimento. La Commissione considera che queste fughe di notizie a favore dei media nuocciano sensibilmente al lavoro delle commissioni e debbano essere condannate con la massima fermezza.
Presieduta dalla consigliera nazionale Greta Gysin (G, TI), la Commissione si è riunita a Berna il 24 e il 25 ottobre 2024.