I cittadini di Stati terzi che sono vittime di violenza domestica possono in molti casi essere confrontati con la perdita dei loro diritti di soggiorno in caso di scioglimento del matrimonio o della comunità familiare. Mediante l’estensione e la precisazione delle norme relative ai casi di rigore contenute nella legge federale sugli stranieri e la loro integrazione, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati intende meglio tutelare queste persone. Ha approvato un corrispondente progetto elaborato dalla sua omologa del Consiglio nazionale (21.504).

La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) è entrata in materia sul progetto con 10 voti contro 1 e lo ha approvato nel voto sul complesso con 9 voti contro 1 e 1 astensione.

La Commissione si è allineata al Consiglio nazionale su tutti i punti. La nozione di violenza domestica sarà quindi precisata introducendo nella legge esempi di indizi e caratteristiche che la contraddistinguono, allo scopo di rafforzare la certezza del diritto per le persone interessate. Beneficeranno della nuova regolamentazione non soltanto i coniugi di cittadini svizzeri e di persone che dispongono di un permesso di domicilio, ma anche le persone che dispongono di un permesso di soggiorno o di un permesso di soggiorno di breve durata e di persone ammesse temporaneamente. Oltre che alle persone che vivono in un’unione coniugale, la regolamentazione si applicherà anche a coloro che hanno contratto un’unione domestica registrata e ai concubini, nonché ai loro figli.

Una minoranza si oppone a qualsiasi allentamento del diritto in materia di soggiorno e propone di non entrare in materia.

Discussione sul quadro giuridico ​relativo alla nuova prassi della SEM per le rifugiate d’asilo afghane

La Commissione ha chiesto di essere debitamente informata sul quadro giuridico in materia di diritto di asilo e ha quindi sentito un esperto in diritto della migrazione, al quale ha potuto porre domande. La discussione si è in particolare incentrata sulla nozione di rifugiato contemplata dal diritto interno e dal diritto internazionale, nonché sul margine di manovra di cui dispongono il Parlamento e l’Amministrazione per quanto riguarda l’applicazione concreta del diritto di asilo. La Commissione ha in seguito discusso con rappresentanti della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) in merito alle richieste della mozione (Bauer) Müller Damian 23.4247 Correggere il cambio di prassi per le domande d’asilo delle cittadine afghane. Siccome una mozione dal tenore quasi identico (23.4241) e una mozione della sua omologa (24.3008) sono pendenti presso il Consiglio nazionale, la Commissione ritiene opportuno, con 6 voti contro 6 e il voto preponderante del presidente, di sospendere la trattazione della mozione (Bauer) Müller Damian in attesa della decisione del Consiglio nazionale su questi due interventi.

Mandato di negoziazio​ne con l’Unione europea

La Commissione è stata informata sugli aspetti legati alla politica migratoria e sugli aspetti istituzionali relativi al mandato per i futuri negoziati con l’UE. Nel settore della migrazione si è concentrata sulla direttiva sulla libera circolazione dei cittadini e nell’ambito istituzionale l’accento è stato posto sul recepimento dinamico del diritto e sul meccanismo di composizione delle controversie. Viste le raccomandazioni in merito alle linee guida dei negoziati già formulate dalla Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati, la Commissione non ha ritenuto necessario presentarne altre.

Presieduta dal consigliere agli Stati Daniel Fässler (M-E/AI), la Commissione si è riunita a Berna il 15 febbraio 2024.