La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati appoggia la decisione del Consiglio nazionale di negare alle organizzazioni il diritto di ricorrere contro i progetti concernenti edifici abitativi di minore importanza. Il ricorso resta tuttavia possibile contro i progetti previsti in aree sensibili.

Con 9 voti contro 2 la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati propone di approvare il progetto scaturito dall’iniziativa parlamentare 19.409, che limita in misura moderata il diritto di ricorso delle organizzazioni nazionali previsto dalla legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio, negando loro la facoltà di ricorrere contro decisioni concernenti edifici abitativi con una superficie di piano inferiore a 400 m2. La Commissione si propone in tal modo di porre un freno ai ricorsi contro i progetti dei privati riguardanti edifici abitativi. La Commissione sottolinea che il progetto non tange il diritto sostanziale e confida pienamente nel fatto che le autorità comunali e cantonali sapranno soppesare in modo accurato e corretto gli interessi in causa. Per questo motivo ritiene opportuno limitare il diritto delle organizzazioni di ricorrere contro i progetti di minore importanza, che di norma non pongono problemi.

Le organizzazioni restano per contro legittimate a ricorrere contro i progetti concernenti edifici abitativi situati al di fuori delle zone edificabili o in aree sensibili. La Commissione propone nondimeno di modificare i relativi criteri previsti dal Consiglio nazionale, limitando il ricorso ai soli progetti situati all’interno di siti caratteristici di importanza nazionale (criterio dunque più restrittivo rispetto a quello dei “siti caratteristici importanti”), ed escludendolo per i progetti situati all’interno di spazi riservati alle acque.

La minoranza propone invece di non entrare in materia. A suo giudizio il diritto di ricorso delle organizzazioni non va infatti limitato, poiché è uno strumento collaudato che concorre a tutelare gli interessi pubblici nell’ambito delle procedure di rilascio dei permessi di costruzione. Altre minoranze propongono di ridurre a 250 m2 la superficie di piano massima dei progetti sottratti al ricorso e, come deciso dal Consiglio nazionale, di consentire il ricorso anche contro i progetti concernenti edifici situati all’interno di siti caratteristici di importanza comunale e cantonale o all’interno di uno spazio riservato alle acque.

Iniziativa per la responsabili​tà ambientale

Allineandosi alla posizione del Consiglio federale e del Consiglio nazionale, con 10 voti contro 3 la Commissione ha respinto l’iniziativa popolare per la responsabilità ambientale (24.021). L’iniziativa prevede che le attività economiche del nostro Paese possano consumare risorse ed emettere sostanze nocive soltanto nella misura in cui le basi naturali della vita siano conservate. La Commissione ritiene che il termine di dieci anni previsto dalla disposizione transitoria sia troppo radicale e sottolinea che l’attuazione dell’iniziativa avrebbe un profondo impatto sull’economia e sulla società. È inoltre dell’avviso che le basi costituzionali attuali permettano già lo sviluppo di un’economia sostenibile e che il nuovo articolo proposto dall’iniziativa non sia quindi necessario. Una minoranza reputa invece che occorra agire rapidamente per impedire che gli ecosistemi subiscano danni irreversibili. Propone perciò un controprogetto diretto che ricalca i contenuti dell’iniziativa senza prevedere tuttavia un termine di dieci anni per l’attuazione. Per le stesse ragioni, un’altra minoranza propone infine di accettare l’iniziativa.

Regolamentazione del com​mercio di energia

La Commissione ha deciso all’unanimità di entrare in materia sulla legge federale sulla vigilanza e la trasparenza nei mercati dell’energia all’ingrosso (23.083). Sottolinea la necessità di una regolamentazione che assicuri in qualsiasi momento l’approvvigionamento elettrico anche in assenza di un intervento dello Stato.

Si è inoltre occupata della modifica della legge sull’energia (23.051). Dopo l’accettazione, nella votazione popolare del 9 giugno 2024, della legge su un approvvigionamento elettrico sicuro, una delle priorità della Commissione è che il quanto mai necessario potenziamento delle energie rinnovabili indigene non venga rallentato da lunghe procedure di pianificazione e autorizzazione. Si prefigge di sottoporre il relativo progetto alla propria Camera nella prossima sessione autunnale.

La Commissione ha poi esaminato l’iniziativa parlamentare «Armonizzazione dell'imposizione dei redditi derivanti da impianti fotovoltaici» (24.425), decidendo con 6 voti contro 0 e 7 astensioni di non darvi seguito.

La Commissione ha deciso all’unanimità di modificare la mozione 21.3848, incaricando il Consiglio federale di esaminare, nell’ambito della Strategia integrale per le foreste e il legno in che modo si possa rafforzare la filiera del legno e favorire la produzione industriale attraverso nuove tecnologie.

La Commissione ha infine dibattuto la sentenza sul clima pronunciata il 9 aprile 2024 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Tenuto conto dei passi compiuti con la legge sul clima e sull’innovazione, la revisione della legge sul CO2 e la legge su un approvvigionamento elettrico sicuro (il cosiddetto atto mantello), è giunta alla conclusione che nell’immediato non sia necessario legiferare in materia. Nell’ambito della prossima revisione della legge sul CO2 la Commissione condurrà una discussione approfondita in merito agli strumenti necessari affinché la Svizzera possa raggiungere entro il 2050 l’obiettivo delle emissioni nette pari a zero.

Presieduta dal consigliere agli Stati Beat Rieder (M-E, VS), la Commissione si è riunita a Berna il 24 e il 25 giugno 2024. A parte della seduta era presente il consigliere federale Albert Rösti.