La Commissione mantiene, con 8 voti contro 4 e 1 astensione, la proposta presentata al Consiglio degli Stati in occasione della sessione primaverile. Questa decisione interviene dopo che la Commissione ha esaminato diverse varianti di dichiarazioni autonome e di analisi sulla parità salariale conformemente al mandato impartito dal Consiglio degli Stati al momento del rinvio alla Commissione.

​Nella sua seduta del 28 febbraio 2018 il Consiglio degli Stati era entrato in materia con 25 voti contro 19 e 1 astensione sul progetto del Consiglio federale volto a realizzare l’obbligo costituzionale di garantire la parità salariale. In seguito, con 25 voti contro 19, aveva deciso di rinviare il disegno alla Commissione allo scopo di esaminare diverse alternative.
La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC-S) ha quindi effettuato un nuovo esame del disegno di modifica della legge federale sulla parità dei sessi (17.047) e in quest’ottica ha studiato diversi modelli di dichiarazione autonoma e di analisi sulla parità salariale.

La Commissione mantiene le disposizioni che aveva già presentato al Consiglio degli Stati; i datori di lavoro che impiegano più di 100 dipendenti devono effettuare un’analisi sulla parità salariale e sottoporla a verifica. La legge dovrà essere valutata al più tardi nove anni dopo l’entrata in vigore delle disposizioni e la sua durata sarà limitata a 12 anni. All’unanimità, la Commissione propone nuovamente di rafforzare l’impegno del settore pubblico ritenendo che quest’ultimo debba dare l’esempio per quanto riguarda la parità salariale. Essa propone quindi che i datori di lavoro del settore pubblico siano assoggettati all’obbligo di pubblicare i risultati e i dettagli delle analisi sulla parità salariale.

Una minoranza della Commissione propone un modello di dichiarazione autonoma nei rapporti di gestione per le imprese private con più di 100 dipendenti. Questa dichiarazione dovrebbe attestare che l’impresa rispetta la parità salariale. Essa propone inoltre che il metodo di analisi sia libero, che il 10 per cento dei dipendenti abbia il diritto di esigere che l’impresa dimostri il rispetto della parità salariale e che i datori di lavoro aventi la funzione di organo decisionale nell’ambito dell’aggiudicazione di una commessa pubblica debbano fornire la prova che rispettano la parità salariale.

Educazione prima dell’età della scuola dell’infanzia

Con 6 voti a favore, 0 contro, e 6 astensioni, la Commissione ha deciso di dare seguito all’iniziativa parlamentare 17.412 Aebischer Matthias. Eque opportunità per la prima infanzia. L’iniziativa chiede che sia adeguato l’articolo 4 della legge sulla promozione delle attività giovanili extrascolastiche, affinché i bambini siano inclusi nella politica di promozione della Confederazione già prima che raggiungano l’età della scuola dell’infanzia. La Commissione ritiene che malgrado vi siano già programmi e misure di promozione sufficienti a livello comunale e cantonale sia pertanto opportuno verificare la necessità di una politica di promozione da parte della Confederazione. Ora la Commissione omologa può occuparsi dell’attuazione dell’iniziativa.

Integrazione professionale dei giovani immigrati

Dalla scorsa primavera la Commissione si occupa dell’ambito formativo relativo all’integrazione dei giovani immigrati. Nella seduta odierna ha sentito il consigliere di Stato Benedikt Würth (PPD, SG), presidente della Conferenza dei Governi cantonali (CdC), il consigliere di Stato Manuele Bertoli (PS, TI), membro del comitato direttivo della Conferenza dei direttori della pubblica educazione (CDPE) e rappresentanti del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in merito all’Agenda Integrazione Svizzera, sostenuta congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni (sull’Agenda Integrazione cfr. il comunicato stampa del Consiglio federale del 30 aprile 2018). Secondo la Commissione, l’Agenda Integrazione permette di chiarire definitivamente la questione delle competenze tra Confederazione e Cantoni e all’interno dell’Amministrazione federale nell’ambito dell’asilo. La Commissione si è detta molto soddisfatta per gli obiettivi formulati dall’Agenda Integrazione, segnatamente quello di permettere a due terzi di tutti i rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente con un’età compresa tra 16 e 25 anni, entro cinque anni dall’arrivo in Svizzera, di frequentare una formazione professionale di base. La Commissione ritiene che sia invece necessario intervenire per quanto riguarda le prestazioni di formazione per i giovani e i giovani adulti che immigrano in Svizzera nell’ambito del diritto degli stranieri (e non del diritto d’asilo). La mozione 16.3911 n Consiglio nazionale (CSEC-CN). Portare i giovani immigrati a conseguire il titolo di livello secondario II sarà ulteriormente esaminata durante una delle prossime sedute di commissione.

Finanziamento del perfezionamento dei medici

L’iniziativa del Cantone di Berna 17.309 è stata presentata in Commissione dal consigliere di Stato Pierre Alain Schnegg (UDC, BE), direttore del Dipartimento della sanità pubblica e della previdenza sociale, e dal granconsigliere Hans-Peter Kohler (PLR, BE), presidente della Commissione della sanità e degli affari sociali.

L’iniziativa chiede una modifica della LPMed in materia di perfezionamento dei medici avanzando le seguenti proposte:

  1. l’obbligo fatto a tutti i Cantoni di versare ai propri ospedali un forfait annuo di almeno 15 000 franchi per ogni medico che segue un perfezionamento;
  2. l’introduzione di un sistema di compensazione finanziaria fra tutti i Cantoni per una ripartizione degli oneri dovuti al perfezionamento dei medici.

La Commissione vede di buon occhio la necessità di solidarietà nell’ambito del sostegno a questa formazione e ritiene che l’obiettivo dell’iniziativa sia legittimo. D’altro canto un Cantone resta libero, sotto il profilo del diritto federale, di offrire o meno posti di perfezionamento. Per questa ragione è del parere che sia importante sollecitare i Cantoni restii a firmare questa convenzione ad aderirvi.

Occorre inoltre ricordare che un Accordo intercantonale sul perfezionamento professionale dei medici può già contare sull’adesione di 14 Cantoni fra i 18 necessari per la sua entrata in vigore. Convinta che un intervento a livello federale sia per ora prematuro, con 10 voti contro 1 la Commissione propone alla propria Camera di non dare seguito all’iniziativa cantonale. Una minoranza della Commissione propone già fin d’ora di darvi seguito.

Presieduta dal consigliere agli Stati Ruedi Noser (RL, ZH), la Commissione si è riunita a Berna il 14 maggio 2018. A parte della seduta era presente la consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del DFGP.