La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati è molto preoccupata che la piena associazione al programma di ricerca Orizzonte sia tuttora bloccata. Né vede segnali di cambiamento a breve e medio termine. Auspica pertanto istituire una base sul piano giuridico e finanziario nel quadro dell’attuazione delle iniziative cantonali di Basilea Campagna (21.327) e Basilea Città (21.328) al fine di consolidare il polo di ricerca e innovazione Svizzera. Così facendo intende ridurre al minimo i danni. L’obiettivo primario rimane la piena associazione all’intero pacchetto Orizzonte 2021–2027.

In uno scambio con la Segretaria di Stato per l’educazione, la ricerca e l’innovazione, la CSEC-S ha preso atto che i negoziati della Svizzera con l’UE sul dossier Orizzonte restano legati a questioni istituzionali aperte. Per la Commissione, la piena associazione al programma di ricerca resta l’obiettivo principale che il Consiglio federale deve continuare a perseguire rafforzando il proprio impegno. Di fronte all’affievolirsi della probabilità e alla minore attrattiva di una piena associazione, la Commissione intende ora creare le basi legali per garantire stabilità e affidabilità al finanziamento delle misure transitorie e sostitutive attuali e previste. Nel concreto intende istituire un fondo, limitato al 2027, volto a finanziare la cooperazione internazionale nel settore della ricerca e a promuovere l’eccellenza scientifica della ricerca svizzera. Ha incaricato l’Amministrazione federale di redigere il relativo progetto di legge.

La Commissione ha adottato questa decisione di principio con 10 voti contro 1 e 1 astensione. L’obiettivo è di assicurare ai ricercatori una certezza nella pianificazione che, in prospettiva del trasferimento di ricerca e tecnologia, fornirà i relativi impulsi all’innovazione di cui beneficerà anche la piazza economica.

Le coppie coniugate dovrebbero poter ricorrere alla donazione di ovociti

Con 6 voti contro 5, la CSEC-S si è pronunciata a favore dell’istituzione delle basi legali e delle relative condizioni quadro che consentano alle coppie coniugate di ricorrere alla donazione di ovociti. La decisione fa seguito alle discussioni e alle audizioni condotte lo scorso mese di giugno (cfr. comunicato stampa del 21 giugno 2022).

Nel pronunciarsi a favore di un adeguamento della legge sulla medicina della procreazione (LPAM) agli attuali sviluppi della medicina e della società, la maggioranza della Commissione è dell’avviso che sia necessario rendere maggiormente flessibili le norme svizzere. Grazie a un tale allentamento, la Commissione vuole garantire che le coppie sposate che desiderano avere figli abbiano accesso alla donazione di ovuli anche in Svizzera. Secondo la CSEC un minor numero di coppie si recherà all’estero per tale motivo.

Una minoranza reputa che, prima di avviare eventuali lavori di revisione, sia meglio attendere i risultati della valutazione cui è attualmente sottoposta la LPAM. È dell’avviso che l’autorizzazione della donazione di ovociti dovrebbe essere esaminata contemporaneamente ad altre questioni che potrebbero porsi nei vari ambiti normativi. Nutre inoltre delle riserve di fondo su quanto lontano debba spingersi la libertà individuale e personale in relazione al desiderio di avere figli alla luce delle condizioni socioeconomiche e dei rischi per la salute delle donatrici.

Ricerca sulla provenienza dei beni culturali

Dopo aver preso atto di due rapporti riguardanti la questione dei beni culturali confiscati in epoca coloniale e durante il regime nazionalsocialista, la CSEC-S ha discusso sulle sfide connesse a una gestione giuridicamente ed eticamente responsabile del patrimonio culturale.

La Commissione propone all’unanimità di accogliere la mozione 22.3023, depositata dalla sua omologa del Consiglio nazionale, che chiede di creare una piattaforma per la ricerca sulla provenienza dei beni culturali. L’auspicio è che l’istituzione di una banca dati online possa intensificare lo scambio d’informazioni e la collaborazione fra i vari operatori del settore – siano essi pubblici o privati, attivi in Svizzera o all’estero – dando in tal modo impulso alla ricerca sulla provenienza.

Con 9 voti contro 0 e 2 astensioni, la Commissione propone anche di accogliere il mandato generale (primo paragrafo) della mozione 21.4403, che chiede l’istituzione di una commissione indipendente incaricata di formulare raccomandazioni per soluzioni giuste ed eque nei casi di beni culturali confiscati all’epoca del nazionalsocialismo. La CSEC-S ritiene tuttavia che sarebbe inopportuno e prematuro fissare in modo vincolante le condizioni quadro sulla base delle quali è tenuta ad operare la commissione (punti 1-6) e propone quindi, al pari del Consiglio federale, di stralciare questi punti. L’eventuale necessità di istituire una commissione per i beni culturali provenienti da altri contesti, segnatamente quelli coloniali, dovrà essere esaminata in modo aperto nell’ambito dell’attuazione della presente mozione.

Un nuovo impulso per una politica svizzera in materia di dati

Sulla scia delle discussioni condotte nel mese di giugno, la Commissione si è nuovamente occupata della politica della Svizzera in materia di dati (v. il comunicato stampa del 21 giugno 2022). In concreto, la Commissione intende incaricare il Consiglio federale, mediante una mozione (22.3890), di istituire in una legge quadro le basi legali che consentano di sviluppare e realizzare rapidamente le infrastrutture specifiche per un utilizzo secondario dei dati a valore aggiunto in settori strategicamente rilevanti (energia, salute, ecc.). La decisione è stata presa all’unanimità. La Commissione intende così dare un impulso allo sviluppo e all’esercizio delle infrastrutture per l’utilizzo dei dati.

La formazione continua come elemento del cambiamento strutturale sul mercato del lavoro

La Commissione si è fatta una prima idea sul ruolo che la formazione continua può assumere in un contesto di costante cambiamento strutturale sul mercato del lavoro. A tal fine, ha sentito rappresentanti della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) e di Avenir Suisse.

Nello specifico la Commissione si è occupata di una mozione della sua commissione omologa del Consiglio nazionale, che incarica il Consiglio federale, nell’ambito del messaggio ERI 2025-2028, di considerare l’orientamento professionale, universitario e di carriera (OPUC) come parte integrante dello spazio formativo svizzero (22.3391). Con 6 voti contro 4 e 3 astensioni, la CSEC-S raccomanda alla propria Camera di respingere la mozione, anche se reputa che il rafforzamento dell’orientamento professionale, universitario e di carriera sia una valida soluzione per impiegare i mezzi assegnati alla formazione continua in modo mirato ai gruppi dei destinatari. Rinvia tuttavia all’attuazione, già in corso, della strategia nazionale in questo ambito sostenuta dalla Confederazione. Una minoranza propone di accogliere la mozione e di conferire in questo modo al Consiglio federale il mandato vincolante di includere i mezzi per il prosieguo del progetto «viamia» nel prossimo messaggio ERI.

Presieduta dal consigliere agli Stati Benedikt Würth (M-E, SG), la Commissione si è riunita a Berna il 22 agosto 2022.