Dopo che questa settimana il Consiglio federale ha adottato il progetto di preventivo 2025 e il suo piano delle finanze per gli anni 2026–2028, le Commissioni delle finanze delle Camere federali inizieranno a esaminarlo a inizio settembre. Prima dell’inizio di questa intensa fase, la Commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CdF-N) si è riunita a porte chiuse e ha esaminato la gestione delle entrate e delle uscite del bilancio della Confederazione in una prospettiva di medio e lungo termine. In particolare, ha discusso le risultanze dell’Amministrazione sulle prospettive a lungo termine delle finanze pubbliche in Svizzera fino al 2060, le opzioni delineate dal Consiglio federale per rendere più flessibili le spese vincolate della Confederazione e l’eventuale introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per sgravare il bilancio federale. Infine, la Commissione ha esaminato diverse proposte per l’ulteriore sviluppo del freno all’indebitamento, decidendo tuttavia di mantenere le norme esistenti. La CdF-N si occuperà dei risultati del gruppo di esperti incaricato di correggere il bilancio della Confederazione soltanto una volta che questi saranno stati analizzati e discussi dal Consiglio federale, che tale gruppo ha istituito.

Prospettive a lungo termine per le finanze pubbliche

Nell’aprile del 2024 il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha pubblicato il rapporto sulle prospettive a lungo termine per le finanze pubbliche in Svizzera. In vista del dibattito sul preventivo, la CdF-N si è fatta illustrare le sfide per le finanze pubbliche in Svizzera fino al 2060. Il rapporto approfondisce in particolare le ripercussioni a lungo termine dei cambiamenti climatici e dell’invecchiamento della popolazione sulle finanze pubbliche.

Poiché l’evoluzione demografica comporterà sfide importanti per l’AVS, la Commissione ha sentito anche il direttore dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) chiedendo informazioni sugli errori nel calcolo delle prospettive finanziarie dell’AVS, che influiscono anche sulle finanze della Confederazione.

La Commissione si è espressa criticamente sulle priorità definite (cambiamenti climatici e invecchiamento della popolazione). Pur riconoscendo l’importanza dei temi approfonditi a livello di politica finanziaria, auspica una maggiore diversificazione. Inoltre chiede con urgenza che nelle prospettive l’attenzione non sia rivolta unicamente alle uscite, ma anche alle entrate e ai benefici.

Gestione a lungo termine e flessibilizzazione delle uscite vincolate della Confederazione

La Commissione si è poi occupata del rapporto del Consiglio federale sui vincoli posti alle uscite, che l’Esecutivo aveva approvato il 1° maggio 2024 in adempimento dei postulati 21.4337 della CdF-N e 23.3605 del consigliere agli Stati Erich Ettlin.

Una parte considerevole delle uscite della Confederazione è fortemente vincolata dalla Costituzione, dalle leggi e da fattori esogeni come l’andamento dei tassi d’interesse ed è quindi difficilmente modificabile a breve termine nel preventivo. Negli scorsi anni la quota delle uscite fortemente vincolate è cresciuta costantemente e attualmente si attesta a oltre il 65 per cento. Ciò è principalmente riconducibile alle dinamiche di crescita nel settore della previdenza sociale. Ne risulta significativamente ridotto il margine decisionale a breve termine di Consiglio federale e Parlamento, che possono ridefinire le priorità unicamente per i mezzi senza vincoli (le cosiddette «uscite debolmente vincolate» nei settori formazione e ricerca, esercito, agricoltura, cooperazione internazionale, traffico regionale viaggiatori, ambiente, cultura e settore proprio dell’Amministrazione federale).

La Commissione è stata informata dall’Amministrazione sulle opzioni delineate dal Consiglio federale per aumentare la flessibilità nella preventivazione delle uscite vincolate. Il rapporto in adempimento dei postulati non include misure molto concrete, in attesa della pubblicazione del rapporto del gruppo di esperti incaricato di verificare i compiti e i sussidi.

Tassa sulle transazioni finanziarie per sgravare il bilancio federale

Nell’ambito dell’esame del disegno di legge 24.016 n «Legge federale concernente le misure di sgravio del bilancio della Confederazione applicabili dal 2025», il 21 marzo 2024 la CdF-N aveva incaricato l’Amministrazione di presentarle entro l’estate 2024 un rapporto aggiuntivo sull’«introduzione» di una tassa sulle transazioni finanziarie quale possibile misura complementare per sgravare il bilancio della Confederazione (cfr. comunicato stampa del 22 mar. 2024). L’Amministrazione ha ora presentato alla Commissione lo strumento della tassa sulle transazioni finanziarie e il suo potenziale gettito. La CdF-N deciderà se continuare a perseguire il progetto volto a introdurre tale tassa solo dopo che il Consiglio federale avrà adottato il suo rapporto in adempimento del postulato Rieder 21.3440.

Discussione sull’ulteriore sviluppo del freno all’indebitamento

A inizio luglio 2024, le Commissioni delle finanze delle Camere federali (CdF) si sono riunite in seduta congiunta a porte chiuse per discutere di possibili riforme dello strumento del freno all’indebitamento (cfr. comunicato stampa del 4 lug. 2024). Quale seguito a queste discussioni, la CdF-N ha esaminato al suo interno alcuni approcci concreti di riforma.

La Commissione ha vagliato in totale cinque proposte – sotto forma di mozioni e iniziative di commissione – volte a sviluppare ulteriormente e modernizzare il freno all’indebitamento. Le proposte riguardavano la gestione simmetrica di deficit ed eccedenze, l’interazione tra limiti delle uscite e parti di credito a preventivo non utilizzate, i requisiti per la contabilizzazione straordinaria di uscite e la possibilità di ricorrere al credito per investimenti. È stato inoltre proposto un postulato di commissione che incaricherebbe il Consiglio federale di esaminare varie opzioni per l’ulteriore sviluppo del freno all’indebitamento.

Le proposte sono state tutte respinte con 16 voti contro 8. Le opinioni in seno alla Commissione sono molto divergenti. Per la maggioranza, il freno all’indebitamento ha dimostrato la sua validità come strumento di autodisciplina, anche in tempi di crisi. Il freno all’indebitamento si distingue per la sua semplicità e ogni modifica complica lo strumento. Per la minoranza, nella sua forma attuale il freno all’indebitamento limita inutilmente la capacità d’azione della Confederazione in molti settori e deve quindi essere modernizzato.

Presieduta dalla consigliera nazionale Sarah Wyss (PS, BS), la Commissione si è riunita a Berna il 22 agosto 2024.