La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati propone alla propria Camera di accogliere una mozione, la quale chiede che le autorità inquirenti possano procedere, in caso di reati di una certa gravità, all’analisi delle sequenze codificanti del DNA, in modo da identificare le caratteristiche personali dell’autore di un reato.

La Commissione propone all’unanimità alla propria Camera di accogliere la mozione Vitali (15.4150 n Mo. Consiglio nazionale (Vitali). Nessuna protezione per gli assassini e gli stupratori). La mozione incarica il Consiglio federale di istituire le basi legali che consentano alle autorità inquirenti di perseguire in maniera più mirata gli autori di reati violenti gravi, quali ad esempio l'omicidio o lo stupro, analizzando le sequenze codificanti del DNA e quindi le caratteristiche personali come il colore degli occhi o dei capelli. La Commissione ritiene che questa misura sia necessaria per migliorare il perseguimento penale. Fa notare che l’introduzione di una tale procedura era già stata prospettata in passato dal Consiglio federale, ma che a quell’epoca non si disponeva ancora delle necessarie conoscenze tecniche e scientifiche. Nel frattempo la tecnologia in questo settore si è evoluta, al punto che la Commissione ritiene ormai opportuno introdurre questa procedura. La Commissione rileva infine che questa procedura sarà applicabile solo per i reati gravi, segnatamente in caso di omicidio o di stupro. Il Consiglio nazionale ha già accolto la mozione durante la sessione primaverile del 2016.

Futura impostazione dell’Autorità federale di vigilanza sulle fondazioni

La Commissione si è occupata del progetto concernente la legge federale sui compiti, l’organizzazione e il finanziamento dell’Autorità federale di vigilanza sulle fondazioni (LAVF), che il Consiglio federale ha sottoposto alle Camere nell’ambito del messaggio sul programma di stabilizzazione 2017-2019 (16.045 s). La Commissione ha voluto sentire il parere di alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria ProFonds e Swissfoundations e di un’autorità cantonale di vigilanza sulle fondazioni. La Commissione continuerà i dibattiti in una delle sue prossime sedute.

Internamento a vita: nessun reato supplementare nell’elenco

Con 6 voti contro 4 e 1 astensione, la Commissione ha deciso di non dare seguito all’iniziativa Amaudruz (15.494 n Iv.pa. Amaudruz. Internamento a vita), non allineandosi quindi a quanto deciso dall’omologa Commissione del Consiglio nazionale, che vi aveva invece dato seguito lo scorso mese di agosto. L’iniziativa chiede che nell’elenco dei reati passibili d’internamento a vita siano introdotti gli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere (art. 191 CP). La Commissione ritiene che l’introduzione nell’elenco di un reato supplementare non sia di alcuna utilità pratica e che non influenzerà il numero di condanne all’internamento a vita. La Commissione pone l’accento sull’importanza di legiferare sulla base di un bisogno generale e non di casi concreti presi a sé stante.

Interdizione ai pedofili di esercitare una professione: numerose questioni aperte

Nella sua ultima seduta la Commissione ha condotto alcune audizioni sull’attuazione dell’iniziativa popolare denominata «Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli» (16.048 s) e ha constatato che il progetto di attuazione solleva numerose questioni. Per questa ragione ha chiesto all’Amministrazione delucidazioni in merito a vari aspetti del progetto. In occasione di una delle sue prossime sedute deciderà sull’entrata in materia.

 

Presieduta dal Consigliere agli Stati Fabio Abate (PLR, TI), la Commissione si è riunita a Berna il 14 novembre 2016.