A proposito della revisione della legge sul diritto d’autore (17.069 n Legge sul diritto d’autore. Modifica), la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati propone alla propria Camera di tornare al compromesso AGUR12. Il presidente della Commissione ha informato i media in questo senso nell’ambito del point de presse tenutosi ieri alle ore 18.00.

Point de presse del 29.4.2019

La revisione della legge sul diritto d’autore è pronta per la sessione estiva. Qui di seguito si indicano le principali decisioni prese dalla Commissione.

  • La Commissione propone ora di rinunciare a un diritto alle indennità per i giornalisti e a diritti di protezione affini per le case editrici.
  • Nel caso della normativa relativa a «video on demand» la Commissione intende mantenere la decisione originaria e introdurre un’eccezione per la musica.
  • La CSEC-S è ora favorevole a non sopprimere l’obbligo d’indennità per i locali privati di alberghi e strutture simili.

Tutti questi punti sono stati adottati all’unanimità. Al margine della deliberazione sull’oggetto la Commissione ha deciso all’unanimità di presentare un postulato di commissione (19.3421 s Po. CSEC-S. Revisione della legge sul diritto d’autore. Verifica dell'efficacia).

16.3895 n Mo. Consiglio nazionale (Gmür-Schönenberger). Pubblicare i dati disponibili sul successo negli studi

La Commissione propone, con 7 voti contro 0 e 1 astensione, di respingere la mozione 16.3895 della consigliera nazionale Andrea Gmür-Schönenberger (PPD, LU). La mozione incaricherebbe il Consiglio federale di far pubblicare i dati rilevati in merito all’andamento degli studi nelle università svizzere dei titolari di un diploma di maturità. Secondo la sua autrice, sulla base del tasso di successo negli studi da parte dei titolari di un diploma di maturità si potrebbero trarre conclusioni sulla qualità della formazione liceale. La Commissione ha condotto una discussione differenziata e ha sentito i rappresentanti delle seguenti cerchie: Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), Commissione svizzera di maturità (CSM), Conferenza dei direttori di ginnasi svizzeri (CDGS), Società svizzera degli insegnanti delle scuole secondarie (SSISS) ed economiesuisse.

La Commissione condivide il parere dell’autrice della mozione e della netta maggioranza del Consiglio nazionale secondo cui i dati relativi al tasso di successo nelle università svizzere dei titolari di un diploma di maturità costituiscono una base importante per il controllo della qualità della formazione liceale. Essa ritiene che tali dati rappresentino un parametro rilevante, come dimostra il fatto che i licei li usano per garantire e sviluppare la qualità. È tuttavia importante non stabilire facili nessi di causalità tra studi portati avanti con successo e la presunta qualità di un liceo. È stato dimostrato che il successo negli studi dipende da molteplici fattori, tra cui il livello di formazione dei genitori. La Commissione nutre pertanto seri dubbi sull’utilità della pubblicazione di questi dati da parte della Confederazione e sull’elaborazione di una relativa classifica. Una simile classifica non renderebbe giustizia alla complessità della tematica e celerebbe in sé il rischio di essere usata come un modello competitivo utilizzato più per mettere in cattiva luce che non a promuovere i licei. Occorre piuttosto lasciare ai Cantoni il compito di considerare opportunamente i dati disponibili ed eventualmente di pubblicarli.

18.3933 s Mo. Vonlanthen. Fondi settoriali per la formazione continua

La Commissione si è inoltre occupata della mozione 18.3933 dal consigliere agli Stati Vonlanthen (PPD, FR). Il Consiglio degli Stati aveva assegnato la mozione alla Commissione per un esame preliminare. Sono stati sentiti i rappresentanti di travail.suisse, dell’Associazione dei datori di lavoro (SAV) e della Federazione svizzera per la formazione continua (FSEA). La mozione incarica il Consiglio federale di creare le premesse necessarie per promuovere a livello settoriale i fondi per la formazione continua. Questi fondi devono aiutare a sopperire alle maggiori esigenze di formazione continua emerse con la digitalizzazione, in particolare quelle dei lavoratori in età avanzata.

La Commissione ha studiato nel dettaglio le cifre e le tendenze attuali del mercato del lavoro. Le sfide risultano chiare: i lavoratori dispongono di periodi di tempo sempre più brevi per seguire una formazione continua in ambito formale e non formale. La Commissione è consapevole che i fondi settoriali svolgono un ruolo centrale nello sviluppo della formazione continua in Svizzera. Essa rileva che la Confederazione sta già compiendo degli sforzi per sostenere i datori di lavoro e i lavoratori nei loro bisogni di formazione continua e rinvia ai pertinenti articoli della legge sulla formazione professionale (LFPr).

La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura ritiene che la mozione non sia adeguata. In primo luogo, afferma che il Consiglio federale dispone già della base giuridica per promuovere i fondi settoriali per la formazione continua. Propone pertanto, con 6 voti contro 0 e 3 astensioni, di respingere la mozione. La Commissione desidera tuttavia seguire da vicino gli sviluppi nel settore della politica di formazione continua. Ha considerato l’opportunità di emanare nella prossima legislatura un regolamento per l’interpretazione della legge sulla formazione continua entrata in vigore nel 2014.

Presieduta dal consigliere agli Stati Ruedi Noser (PLR, ZH), la Commissione si è riunita a Berna il 29 aprile 2019. A parte della seduta erano presenti le consigliere federali Karin Keller-Sutter, capo del DFGP, e Viola Amherd, capo del DDPS.