La maggioranza della Commissione ha approvato due progetti preliminari, decidendo nel contempo di sottoporli a consultazione. Essi prevedono un’abolizione in due tappe della tassa di negoziazione e di quella sui premi assicurativi.

​Proseguendo i lavori avviati nel 2012 (cfr. comunicati stampa del 25 febbraio 2014, del 20 aprile 2016, del 22 giugno 2016 e del 20 agosto 2019), la Commissione ha compiuto ulteriori passi verso l’abolizione della tassa di negoziazione e di quella sui premi assicurativi nel quadro dell’iniziativa parlamentare 09.503. Dopo aver preso atto di un rapporto del Dipartimento delle finanze concernente in particolare le conseguenze finanziarie dell’abolizione delle diverse tasse di bollo e degli altri progetti fiscali in corso e futuri, la Commissione ha respinto, con 13 voti contro 10, una proposta volta a sospendere i lavori della Commissione finché il Parlamento non abbia preso una decisione sulla riforma dell’imposizione delle coppie e della famiglia (18.034). Essa ha anche respinto, con 16 voti contro 6 e un’astensione, una proposta di interrompere definitivamente i lavori della Commissione, decidendo di esaminare il testo di legge sottopostole.

La Commissione ha elaborato due progetti preliminari di legge con l’obiettivo di abolire in due tappe la tassa di negoziazione e la tassa sui premi assicurativi. Il primo progetto prevede l’abolizione della tassa di negoziazione sui titoli svizzeri (perdite fiscali: 190 mio. fr.) nonché sulle obbligazioni estere con una durata residua inferiore a un anno (perdite fiscali: 5 mio. fr.). Anche l’abolizione della tassa sui premi delle assicurazioni vita (perdite fiscali: 24 milioni di franchi) è prevista in questa prima tappa. Per quanto riguarda la seconda tappa, il secondo progetto intende abolire la tassa di negoziazione sugli altri titoli esteri (perdite fiscali: 1043 mio. fr.) nonché la tassa sui premi delle assicurazioni cose e patrimonio (perdite fiscali: 690 mio. fr.). Spetterà al Consiglio federale decidere la data dell’entrata in vigore delle due leggi.

Nella votazione sul complesso i due progetti preliminari sono stati approvati rispettivamente con 17 voti contro 5 e un’astensione e con 15 voti contro 7 e un’astensione. La maggioranza ritiene che questi progetti siano necessari per garantire la competitività della piazza finanziaria Svizzera. Le tasse di bollo pregiudicano peraltro l’allocazione ottimale delle risorse. Infine la maggioranza è convinta che nel tempo le perdite fiscali saranno compensate dagli effetti di stimolo che la soppressione delle tasse di bollo avrà sulla crescita. La minoranza propone di non entrare in materia su questi progetti preliminari, perché ritiene che le relative ripercussioni finanziarie siano eccessive (in totale 1952 mia. Fr.), mentre la Svizzera rischia già di subire una riduzione massiccia degli introiti (fino a 5 mia. fr) in seguito alla riforma connessa ai lavori dell’OCSE in materia d’imposizione delle multinazionali. La minoranza non ravvisa peraltro alcun motivo di ordine economico a favore di questo sgravio fiscale.

I due progetti preliminari devono ora essere posti in consultazione. Quest’ultima sarà avviata prima della pausa natalizia o al più tardi a inizio gennaio 2020.

2. Stop all’isola dei prezzi elevati: la Commissione fa un passo in direzione dell’iniziativa

La Commissione ha proseguito nell’esame del controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «Stop all’isola dei prezzi elevati – per prezzi equi» (19.037). In ottobre la CET-N aveva proposto che il disciplinamento concernente le imprese con una posizione dominante relativa non differisse da quello applicabile alle imprese che dominano il mercato (art. 7 cpv. 1 LCart). Adesso, con 13 voti contro 12, essa ha inoltre scelto di escludere le imprese con una posizione dominante relativa dalle sanzioni previste nell’articolo 49a capoverso 1, che riguarderà quindi soltanto le imprese che dominano il mercato. Con 12 voti contro 11 e 2 astensioni la Commissione ha anche completato l’elenco dei casi più importanti d’abuso di posizione dominante (art. 7 cpv. 2 lett. g LCart). Secondo questa aggiunta è illecito il fatto di limitare la possibilità degli acquirenti di procurarsi all’estero, ai prezzi e alle condizioni ivi praticati, beni o servizi proposti in Svizzera e all’estero. Prevede tuttavia una restrizione per i beni esportati destinati a essere reimportati nel paese di produzione per esservi rivenduti senza aver subito trasformazioni (clausola di reimportazione). Nella votazione sul complesso il controprogetto così modificato ha ottenuto 12 voti contro 10 e 3 astensioni. Con queste modifiche la maggioranza della Commissione va incontro all’iniziativa su numerosi punti. La CET-N propone quindi, con 10 voti contro 6 e 9 astensioni di raccomandare il rigetto dell’iniziativa. L’iniziativa popolare e il controprogetto indiretto saranno verosimilmente trattati dal Consiglio nazionale soltanto nella sessione primaverile 2020.

3. Riforma dell’imposta preventiva

La Commissione ha preso atto dei lavori condotti finora dalla propria sottocommissione in merito all’iniziativa parlamentare «Abolizione dell'imposta preventiva sulle obbligazioni e sui titoli del mercato monetario svizzeri» (17.494). Nella primavera 2019 la sottocommissione aveva definito i parametri di riferimento per una riforma dell’imposta preventiva (cfr. comunicato stampa dell’11 giugno 2019), che sono poi serviti da base al Consiglio federale per presentare i propri parametri di riferimento il 26 giugno 2019, successivamente completati il 27 settembre 2019 (cfr. i corrispondenti comunicati stampa del Consiglio federale del 26.06. e del 27.09.). La maggioranza della CET-N approva sia i parametri di riferimento proposti dalla propria sottocommissione sia i complementi apportati dal Consiglio federale. Con 18 voti contro 5 la Commissione ha deciso di invitare il Consiglio federale a integrare 2 punti supplementari nell’avamprogetto che metterà in consultazione: 1. Invece del versamento dell’imposta preventiva sui dividendi occorre prevedere una procedura di dichiarazione volontaria per le persone fisiche domiciliate in Svizzera che detengono una partecipazione almeno del 10 per cento. 2. Occorre esentare dall’imposta preventiva i dividendi versati fra società di capitali. La Commissione esprime soddisfazione per i lavori del Consiglio federale concernenti la riforma della imposta preventiva che stanno prendendo forma e auspica che il Governo possa presentare un avamprogetto per la consultazione nel primo trimestre 2020, in modo che questa importante riforma per la piazza economica Svizzera possa essere attuata.

4. Imposizione delle imprese: una neutralità troppo complicata da attuare

La CET-N ha esaminato l’iniziativa parlamentare 18.482, che chiede di introdurre nella legge il principio della neutralità della forma giuridica a livello di imposizione delle imprese. In effetti, a dipendenza dei Cantoni e delle dimensioni dell’impresa possono esserci grandi differenze in termini di imposizione a seconda che si tratti di una società di persone o di una società di capitali. Anche se nessuno ha contestato il principio della richiesta dell’iniziativa, la maggioranza della Commissione ha giudicato troppo complicati i meccanismi per una sua attuazione. Essa ritiene che queste disparità siano riconducibili al federalismo, che è un principio da rispettare. Con 12 voti contro 10 e 2 astensioni la Commissione ha così proposto di non dare seguito all’iniziativa.

5. La Commissione rinuncia all’adeguamento delle prescrizioni relative ai contratti collettivi di lavoro

Nell’aprile 2018 (cfr. comunicato stampa del 25 aprile 2018) la Commissione aveva dato seguito alle iniziative parlamentari 17.406, 17.407 e 17.408, tutte dello stesso tenore, presentate dai consiglieri nazionali Olivier Feller, Jean-Paul Gschwind e Marco Chiesa, che chiedevano l’adeguamento dei quorum necessari per l’estensione del campo di applicazione dei contratti collettivi di lavoro. Dopo che la Commissione omologa del Consiglio degli Stati ha tuttavia deciso di non aderire a questa sua decisione (cfr. comunicato stampa del 10 aprile 2019), la CET-N si è nuovamente chinata sulla questione e, con 12 voti contro 12 e il voto determinante del suo presidente, propone alla propria Camera di non dare seguito alle iniziative summenzionate. Riaffermando la necessità di riesaminare e adeguare i quorum tenendo conto dell’evoluzione del mondo del lavoro, una minoranza propone invece di darvi seguito.

6. Ulteriori decisioni

Con 18 voti contro 0 e 2 astensioni la CET-N propone di accogliere la mozione della Commissione omologa «Attendibilità del contratto standard dell'Interprofessione latte» (19.3952). Secondo la Commissione la mozione solleva importanti aspetti per rafforzare la posizione dei produttori di latte. In considerazione della situazione difficile sul mercato lattiero occorre sostenere una maggiore sicurezza pianificatoria per i contadini e prezzi migliori.

La Commissione è stata informata dalla Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) sui recenti sviluppi in materia di fiscalità internazionale. La discussione si è focalizzata in particolare sul progetto di economia digitale dell’OCSE, che rischia di procurare alla Svizzera perdite fiscali sino a 5 miliardi di franchi. La Commissione ha pertanto approvato, con 16 voti contro 6 e un’astensione, una proposta volta a incaricare il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di presentare in un rapporto alcune opzioni di misure fiscali che consentano di compensare la perdita d’attrattiva internazionale della piazza economica Svizzera.

Presieduta dal consigliere nazionale Jean-François Rime (UDC, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 4 e il 5 novembre 2019. In parte era presente alla seduta il presidente della Confederazione Ueli Maurer e il consigliere federale Guy Parmelin.