La Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale ha deciso di contrapporre un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare «Per la dignità degli animali da reddito agricoli (Iniziativa per vacche con le corna)» (17.024).

​L'iniziativa popolare «Per la dignità degli animali da reddito agricoli (Iniziativa per vacche con le corna)» (17.024) mira a iscrivere nella Costituzione una disposizione che assicuri un sostegno finanziario ai detentori di bovini e caprini per indurli a non decornare gli animali. Il Consiglio degli Stati ha deliberato sull'iniziativa nella sessione autunnale del 2017 e, come il Consiglio federale, ne ha raccomandato la reiezione.
La Commissione ha avviato le deliberazioni dando la parola a esponenti del comitato d'iniziativa. Ha accolto con favore il proposito di contrastare la decornazione degli animali da reddito ed è certa che l'iniziativa goda di grandi simpatie tra la popolazione. È però dell'avviso che non sia opportuno iscrivere tale obiettivo nella Costituzione federale. Ha quindi deciso di contrapporre all'iniziativa un controprogetto indiretto (consistente in disposizioni di rango legislativo), così da consentire al comitato il ritiro condizionato dell'iniziativa. Dopo aver esaminato diverse varianti, con 18 voti contro 4 e 3 astensioni la Commissione ha optato per un controprogetto indiretto che definisce determinate caratteristiche chiave del contributo, senza tuttavia stabilire l'importo minimo erogato a chi non decorna gli animali. A giudizio della Commissione, l'importo del cosiddetto contributo per le corna potrà essere stabilito anche in un'ordinanza. Il testo dell'iniziativa parlamentare della Commissione che propone il controprogetto indiretto in questione è reperibile al link seguente: 18.400.
Prima che la Commissione possa elaborare il progetto di atto legislativo, è necessario che la commissione omologa del Consiglio degli Stati dia il suo consenso. La Commissione deciderà se raccomandare l'accettazione o il rifiuto dell'iniziativa dopo che avrà concluso le deliberazioni sul controprogetto.

2. Proseguono le deliberazioni sulla revisione della legge sugli acquisti pubblici

La Commissione ha proseguito le deliberazioni sulla revisione della legge federale sugli acquisti pubblici (17.019), che avevano avuto inizio nel quarto trimestre del 2017, prendendo al riguardo le decisioni seguenti.
Con 12 voti contro 12 e il voto preponderante del presidente, la Commissione ha deciso di assoggettare alla legge le organizzazioni che promuovono l'integrazione professionale e sociale, non inserendole dunque tra le eccezioni previste all'articolo 10.
All'articolo 12 capoverso 1 la Commissione propone, con 23 voti contro 0 e 2 astensioni, che la commessa pubblica possa essere aggiudicata soltanto a offerenti che osservano le disposizioni in materia di tutela dei lavoratori e le condizioni di lavoro determinanti nel luogo in cui è fornita la prestazione. In tal modo la Commissione tiene conto delle differenze esistenti tra le legislazioni cantonali.
La Commissione propone all'unanimità di modificare il capoverso 3 dell'articolo 14, concernente gli offerenti consultati prima del bando pubblico nell'ambito di un'analisi di mercato, precisando che i risultati dell'analisi in questione devono figurare nella documentazione del bando, così da garantire che tutti gli offerenti possano parteciparvi a parità di condizioni.
Riguardo alle commesse pubbliche che non rientrano nell’ambito di applicazione dei trattati internazionali (art. 20 cpv. 3), con 14 voti contro 5 e 5 astensioni la Commissione ha stabilito che anche per il trasferimento di compiti pubblici e il rilascio di concessioni si possa ricorrere alla procedura mediante invito senza tenere conto dei valori soglia.
Ha inoltre deciso all'unanimità che il dialogo (art. 24 cpv. 1) possa essere avviato anche per le prestazioni intellettuali, come specificato del resto nel messaggio.
La deliberazione di dettaglio proseguirà il 29 e 30 gennaio. Il paragramma relativo sarà pubblicato al termine della stessa.

3. Verso l'abrogazione dell'obbligo di firmare la dichiarazione d'imposta

Con 21 voti contro 0 e 1 astensione, la Commissione ha accolto la mozione 17.3371 con cui il consigliere agli Stati Schmid chiede che la dichiarazione d'imposta trasmessa per via elettronica non debba più obbligatoriamente recare la firma del contribuente. Oltre a semplificare la procedura, questa modifica ha il pregio di inserirsi al meglio in un contesto come quello attuale, contraddistinto dalla digitalizzazione. Occorrerà nondimeno fare in modo che la legislazione non trascuri l'aspetto della preservazione delle prove.

4. La Commissione è favorevole a un aumento dei dazi sullo zucchero

La Commissione è tornata occuparsi dell'iniziativa parlamentare Bourgeois (15.479), e con 15 voti contro 9 e 1 astensione ha proposto di dare seguito all'iniziativa. Ritiene infatti che l'aumento della produzione di zucchero nell'UE e il conseguente forte calo del prezzo dello stesso richiedano l'adozione di contromisure, giacché l'assenza di un prezzo minimo metterebbe a repentaglio la produzione di barbabietole e di zucchero in Svizzera, i posti di lavoro del settore e la sicurezza dell'approvvigionamento del Paese. La minoranza è invece dell'avviso che già si disponga di tutti gli strumenti necessari e che spetti al settore interessato trovare un compromesso. Se si attuasse l'iniziativa, l'industria della lavorazione dello zucchero sarebbe inoltre sottoposta a una pressione tale da mettere in pericolo un numero di posti di lavoro ancora maggiore.

5. Nessuna penalizzazione delle stalle a stabulazione fissa

Con 15 voti contro 5 e 2 astensioni, la Commissione ha proposto di accogliere la mozione 14.3899, nel tenore modificato dal Consiglio degli Stati. La mozione mira a garantire che le stalle a stabulazione fissa non vengano penalizzate rispetto ad altri sistemi di stabulazione. La modifica disposta dal Consiglio degli Stati puntualizza che la mozione si riferisce esclusivamente ai provvedimenti di miglioramento strutturale.

6. Approvato di stretta misura lo stralcio della mozione 15.3631 «Rendere più efficace il principio Cassis de Dijon»

Con 12 voti contro 12 e 1 astensione, e con il voto preponderante del presidente, la Commissione ha approvato lo stralcio della mozione (17.050), con cui il consigliere agli Stati Hess aveva chiesto che i produttori dovessero consentire espressamente per contratto ai rivenditori in Svizzera di effettuare servizi per i prodotti acquistati direttamente nello SEE. La maggioranza della Commissione condivide infatti l'opinione del Consiglio federale, secondo cui il rifiuto di fornire determinati servizi non sia da ricondurre ai contratti con i rivenditori, ma ad ostacoli di altra natura. La minoranza chiede invece di adottare una soluzione analoga a quella prevista per il settore automobilistico, in quanto molto spesso è impossibile dimostrare la presenza di un accordo illecito fra imprese.

Presieduta dal consigliere nazionale Jean-François Rime (UDC, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 8 e il 9 gennaio 2018. In parte era presente alla seduta il consigliere federale Ueli Maurer.