Saluto della presidente del Consiglio nazionale Chiara Simoneschi-Cortesi


Onorevole presidente dell'Assemblea parlamentare (de Puig),
stimati membri dell'Assemblea (fellow parliamentarians),
onorevole Consigliera federale (Micheline Calmy-Rey),
gentili Signore, egregi Signori,

 

Benvenuti! È per me un grande onore accogliervi nel nostro Parlamento quali rappresentanti della più longeva organizzazione politica in Europa ed è un immenso piacere mettere a vostra disposizione i locali di questo palazzo. Il Consiglio d'Europa – e per noi parlamentari soprattutto l'Assemblea​ parlamentare – offre al nostro Paese una piattaforma di scambio e di dibattito particolarmente preziosa visto che la Svizzera non fa parte dell'Unione europea. A nome dell'Assemblea federale vi esprimo il più sincero augurio che nel nostro palazzo vi sentiate un po' come a casa e la vostra riunione davanti al dipinto che rappresenta il praticello del Rütli, definito dal suo autore la «culla della Confederazione», sia piacevole e fruttuosa.
Esattamente un anno fa si sono conclusi i lavori di ristrutturazione di questo edificio ultracentenario che ha così dismesso il suo abito un po' consunto e risplende ora di una luce nuova. Pur essendo rimasto un momento storico, l'edificio politico più importante del Paese ha acquisito un'anima moderna. È infatti stato dotato della tecnologia più avanzata per consentire al Parlamento di svolgere il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili. In questa sala, ad esempio, da quando è stata migliorata l'acustica, si comprende meglio ogni singola parola e si sa quanto in politica la comprensione, in tutti i sensi, sia importante. Essa vive della parola, del dibattito, del confronto, dello scambio e del dialogo al di là dei confini partitici, regionali e nazionali.

In quest'ottica, il Consiglio d'Europa –  e dunque anche l'Assemblea parlamentare – gioca da sempre un ruolo importante. Quando, venti anni fa, la divisione del Continente europeo venne superata e la Guerra fredda ebbe fine, la costruzione della «casa europea» si trasformò da visione in progetto concreto. La caduta del muro spianò la strada alla trasformazione degli Stati dell'Europa centrale e orientale. Il Consiglio d'Europa – e qui è d'uopo sottolineare il ruolo decisivo dell'Assemblea parlamentare – riconobbe l'importanza del momento e si aprì alla collaborazione con questi Stati favorendone l'adesione alla grande famiglia europea. Ma la caduta del muro contribuì soprattutto ad avvicinare finalmente i popoli e questo è uno dei motivi per i quali il Consiglio d'Europa ha un'importanza storica fondamentale. Oggi il suo ruolo è decisivo nella costruzione di un sistema comune di valori, su cui poggiano la pace e il progresso nel Continente europeo.
Tuttavia, la più grande conquista del Consiglio d'Europa è la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che l'anno prossimo festeggierà i sessant'anni e sulle cui fondamenta è stata istituita la Corte europea dei diritti dell'uomo. L'ex presidente della Corte europea Luzius Wildhaber ebbe a dire che è merito della Convenzione dei diritti dell'uomo se è stata superata l'idea secondo cui soltanto gli Stati decidono in che misura il diritto interno debba proteggere i diritti umani. L'importanza e il rispetto crescenti della democrazia, dei principi dello Stato di diritto e dei diritti umani sono una delle evoluzioni più positive mai registrate in Europa nella seconda metà del secolo scorso. Da vent'anni tali valori uniscono allo stesso modo Europa occidentale, centrale e orientale e questo è merito straordinario del Consiglio d'Europa.

 

Gentili Signore, egregi Signori,
la difesa dei diritti umani, i principi dello Stato di diritto e la democrazia sono valori essenziali per il nostro Paese che su di essi fonda la propria politica nazionale e internazionale. Il nostro Parlamento auspica che l'Assemblea parlamentare continui a dare impulso a un'Europa unita nella pace, nella libertà e nella democrazia e resti un esempio nel mondo di come anche in situazioni apparentemente prive di vie d'uscita sia possibile trovare speranza e soluzioni. A tal fine, il Consiglio d'Europa deve rispolverare il proprio passato e attingere alle proprie origini. Il Consiglio e le sue istituzioni  – e fra queste in modo particolare la Corte europea dei diritti dell'uomo –  devono poter essere percepite sul Continente europeo, dai suoi 800 milioni di abitanti, come istanze in grado di difendere e garantire gli ideali e i valori umani fondamentali.

Mi auguro che la presidenza svizzera possa contribuire ad aumentare anche nel nostro Paese la consapevolezza dell'importanza del Consiglio d'Europa. Dobbiamo adoperarci affinché questa organizzazione così come la Corte europea dei diriti dell'uomo ricevano le risorse e i mezzi necessari per svolgere efficacemente i loro compiti. Ne va della credibilità dell'intero sistema di protezione dei diritti umani in Europa. Auspico un Consiglio d'Europa che acquisti maggiore visibilità e coscienza di sè nell'interesse degli 800 milioni di europei da Mosca a Rejkjavik.