1. 14.095 Legge federale sugli orari di apertura dei negozi (LANeg)
Il disegno di legge prevede standard minimi per gli orari d'apertura dei negozi del commercio al dettaglio in tutta la Svizzera. Essi devono poter rimanere aperti da lunedì a venerdì dalle 6 alle 20 e il sabato dalle 6 alle 19. Le domeniche e il lavoro serale e notturno non sono interessati dalla modifica.
In occasione della sua deliberazione la Commissione ha sentito rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali dell’economia pubblica (CDEP), dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), dell’Unione sindacale svizzera (USS), della Swiss Retail Federation (SRF) e di Travail Suisse. Con 8 voti contro 4 e 1 astensione, la Commissione è quindi entrata in materia sul disegno governativo di una legge federale sugli orari di apertura dei negozi (14.095).
La maggioranza della Commissione considera il disegno di legge come uno strumento adeguato per rafforzare il commercio svizzero al dettaglio, per contrastare il turismo degli acquisti e salvaguardare in tal modo posti di lavoro, tanto più che il franco svizzero si è fortemente rivalutato dopo la decisione della Banca nazionale svizzera di abolire la soglia minima del corso con l’euro. La maggioranza della Commissione ritiene che gli orari di apertura dei negozi saranno prolungati soltanto di poco rispetto alle attuali disposizioni cantonali. La stessa maggioranza sottolinea che nei limiti temporali previsti dal disegno è garantita la libertà di fissare gli orari di apertura e che non sono toccati né i diritti dei lavoratori né le chiusure domenicali. La minoranza vorrebbe che la competenza di fissare gli orari di apertura dei negozi continui a essere cantonale e ricorda le numerose votazioni popolari cantonali tenutesi negli scorsi anni da cui è regolarmente emersa l'opposizione popolare a un prolungamento di questi orari. Il nesso tra il turismo degli acquisti e gli attuali orari d'apertura dei negozi non sarebbe scontato, mentre decisivo sarebbe piuttosto il sensibile scarto dei prezzi fra la Svizzera e gli altri Paesi. La minoranza della Commissione teme inoltre che i prolungati orari d'apertura favoriscano i grandi commerci al dettaglio a scapito di quelli medio piccoli. I prolungati tempi di presenza in negozio per gli impiegati del settore renderebbero più difficile la compatibilità fra il lavoro e la vita famigliare.
Dopo la decisione di entrata in materia la Commissione ha interrotto i propri lavori su questo affare incaricando il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di discutere approfonitamente con la CDEP il suo parere negativo, segnatamente per quanto riguarda la questione di diritto pubblico della ripartizione delle competenze fra Confederazione e Cantoni, l'incidenza dei prolungati orari d'apertura dei negozi sul turismo degli acquisti nonché la situazione di quest'ultimo dopo la rivalutazione del franco svizzero.
2. 14.302 Iv. Ct. TI. Abrogazione dell'accordo sui frontalieri e rinegoziazione della convenzione generale
14.303 Iv. Ct. TI. Creazione di una regione a statuto speciale per il cantone Ticino e altre regioni periferiche particolarmente colpite dalle conseguenze negative della libera circolazione
14.304 Iv. Ct. TI. Il Ticino sia sovrano del proprio futuro
In merito alle tre iniziative del Cantone del Ticino, il 26 gennaio 2015 la CET-S ha sentito una rappresentanza del Gran Consiglio ticinese. La Commissione riconosce che il Cantone del Ticino è particolarmente colpito dalla problematica del frontalierato e dalle ripercussioni della libera circolazione delle persone. Un importante miglioramento è stato raggiunto nel dicembre 2014 con la sostanziale intesa fra Svizzera e Italia in merito alla futura cooperazione in materia fiscale che include anche l'Accordo sui frontalieri. Tuttavia, l'abolizione del corso minimo del franco e le relative presumibili ripercussioni sul mercato del lavoro, sul comportamento dei consumatori, sul turismo e sull'industria d'esportazione possono tuttavia farsi sentire in modo particolamente marcato proprio nel Cantone del Ticino. La CET-S ha pertanto deciso di prendere posizione sulle iniziative cantonali soltanto dopo aver sentito i competenti consiglieri federali. Alla luce della decisione della Banca nazionale del 15 gennaio 2015, essa intende invitarli ad esprimere un giudizio più preciso durante la sua seduta del 23 febbraio 2015.
3. Discussione sulla forza del franco
La Commissione è stata informata dal presidente del direttorio della Banca nazionale svizzera, Thomas Jordan, sulle ragioni e le circostanze dell’abolizione del corso minimo euro-franco. Ha inoltre discusso con il consigliere federale Johann Schneider-Ammann sulle ripecussioni del franco forte sull’economia nazionale.
Presieduta dal consigliere agli Stati Roberto Zanetti (PS, SO), la Commissione si è riunita a Berna. A parte della seduta era presente il consigliere federale Johann Schneider-Ammann.
Berna, 27 gennaio 2015 Servizi del Parlamento